Venere di Willendorf

Datazione: 30.000-25.000 a.C

Provenienza: Willendorf, Bassa Austria

Materiale: Pietra calcarea

Altezza: 11 cm

Sicuramente una pietra miliare della storia artistica europea, la Venere di Willendorf è un importantissimo documento della scultura paleolitica, nonchè la più famosa Venere preistorica.

Il nome Venere non è casuale, anche se le fu attribuito solo molto tempo dopo la sua effettiva realizzazione, e sta ad indicare l’ideale di bellezza che essa rappresenta. Il termine “Venere” infatti indica propriamente un ideale di bellezza femminile. E quale bellezza maggiore per l’uomo preistorico? A quel tempo il “bello” era rappresentato dagli attributi femminili ingigantiti, in questo caso dai seni prosperosi e da larghi fianchi, simboli di fertilità. Infatti a quel tempo la fertilità non era solo un attributo fondamentale e largamente apprezzato, ma anche una vera e propria sorta di divinità che veniva adorata. Questa statuetta rende propriamente l’idea della fertilità. Inoltre il volto non è caratterizzato da tratti somatici, quindi diventa evidente che si tratta di un bello ideale.

La struttura non è casuale. Si noti la cura prestata alla capigliatura. Non vengono mostrati i tratti del volto ma questa diventa una scelta voluta. Essi non erano necessari. Il corpo è un sinfonia di linee flessuose esenza soluzione di continuità. Le braccia sono corte e nascoste dai grandi seni ma dopotutto anch’esse non erano utili alla rappresentazione della fertilità quindi anche questo particolare non deve stupire.

Si tratta di un simbolo. Dicasi simbolo un’idea espressa in codice che per alcuni esprime un concetto mentre per altri non significa nulla. Linguaggio in codice per un gruppo di persone che si sono accordate precedentemente.

A questo punto è necessario considerare le dimensioni ridotte della statuetta, un oggetto che abbiamo visto avere una certa importanza. In realtà la spiegazione risulta semplice se si pensa che i popoli primitivi non avevano ancora scoperto agricoltura e allevamento, di conseguenza erano nomadi. In quanto nomadi non potevano permettersi grandi pesi nei loro spostamenti, ne tanto meno oggetti troppo ingombranti. Con i suoi 11 cm di altezza la venere si presta ad un facile trasporto. Inoltre bisogna considerare che i nostri antenati realizzavano questo tipo di oggetti e le pitture nelle grotte per due scopi fondamentali: propriziare (per favorire) o celebrare (per ringraziare). Non c’era ancora l’idea dell’arte fine a se stessa e non ci sarà ancora per molto. Di conseguenza le dimensioni si spiegano anche con la più facile lavorabilità dell’oggetto su piccola scala.

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